Biografia



Mi chiamo Matteo Passoni, sono un padre di famiglia, un imprenditore nel settore delle carabine per il tiro a lunga distanza, un armaiolo, uno sportivo. Ho accettato la proposta di candidarmi in Forza Italia alle elezioni europee che si svolgeranno l’8 e 9 giugno 2024. Il mio impegno e il mio scopo sono rivolti al mondo dei legali possessori di armi: sportivi, cacciatori, collezionisti e semplici appassionati. Per noi che chiediamo solo di poter continuare a praticare le nostre attività, tradizionali, sane, all’aperto e nel rispetto delle leggi. Senza continui e pretestuosi attacchi fuori dalla logica, ma solamente ideologici. Mai come in questi anni sono molteplici gli aspetti critici sul piatto della bilancia a livello europeo. Se da un lato Bruxelles può apparire lontana, in realtà quanto si decide in quella sede poi diventa obbligatorio per i singoli Paesi dell’Europa.

Chiedo di scrivere PASSONI sulla scheda elettorale per le seguenti RAGIONI:

Il primo punto, in realtà, è un PUNTO ESSENZIALE, ovvero una premessa indispensabile che riguarda l’esistenza e il corretto funzionamento dell’autonomia federale di tutti gli Stati membri, a cominciare dai comuni, sul modello Svizzero.

L’autonomia per la nostra terra è un valore, questo nessuno lo mette in dubbio. Ma tale valore non sopravvive, se non è alimentato da una visione globale, che inserisca ciascun comune sia nel contesto nazionale che in quello internazionale.

Pensare che il comune sia immune da ciò che accade fuori dai suoi confini è ridicolo.

Nella stagnazione economica che stiamo vivendo a seguito delle folli politiche di austerità europee e della BCE, infatti, i redditi calano anche in Italia e di conseguenza diminuisce la quantità di denaro raccolta con le imposte. Di conseguenza, si fa sempre più fatica a finanziare i servizi legati a quelle competenze, peggiorando la qualità di vita dei cittadini.

Per questa ragione, senza una sovranità economica dello Stato italiano, delle Regioni e dei Comuni, che permettano ad esempio di investire a deficit per favorire la creazione di posti di lavoro, sia pubblici che privati, anche la nostra autonomia rimane senza soldi e diventa semplicemente una scatola vuota per chi non saprà più che farsene.

Stesso discorso si può fare per la sudditanza militare del nostro Paese nei confronti della Nato e delle sue logiche, che hanno rovinato i rapporti con partner commerciali fondamentali quali la Russia.

Cittadini e imprese pagano (nel vero senso della parola!) la dipendenza alle logiche occidentali, minando la libertà di stabilire proficui rapporti tra gli Stati e le imprese straniere.

Dalle grandi opere viabilistiche all’introduzione dei grandi carnivori, dalla gestione dei rifiuti a quella delle fonti di energia - per fare solo qualche esempio - esigo che la popolazione venga realmente interpellata e che i suoi interessi vengano tutelati anche attraverso il rispetto di istituzioni storiche.

In questa logica di interdipendenza tra cittadini, Stato e autonomie locali, io ribadisco con forza che non c’è autonomia senza sovranità!